IL GIULLARE E IL GRECISTA: PER DARIO FO E BENEDETTO MARZULLO

[di Marco De Marinis] Se ne sono andati nello stesso giorno, giovedì scorso 13 ottobre, Dario Fo (1926), che non ha bisogno di presentazioni, e Benedetto Marzullo (1923), grecista e studioso di teatro, non solo antico. Naturalmente del primo si sono occupati i mezzi d’informazione di tutto il mondo, com’è comprensibile e giusto. Meno giusto anche se purtroppo ugualmente comprensibile è – a mio parere – che quasi nessuno abbia ricordato il secondo, a cui invece la cultura italiana deve molto, essendo egli stato l’inventore di una delle pochissime novità autentiche partorite dal dopoguerra ad oggi dalla nostra Università, e quindi dal nostro sistema formativo: parlo del DAMS, il corso di laurea in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo, nato su suo impulso a Bologna del 1970, grazie al quale per la prima volta l’insegnamento dei linguaggi artistici e dei mass media, in altre parole la modernità, fecero ingresso organicamente nelle Facoltà umanistiche. Quando si parla di “nuovo umanesimo” nella cultura del nostro Paese bisognerebbe tenere conto (e invece non lo si fa quasi mai) anche dell’indiscutibile contributo che ad esso hanno dato appunto il DAMS, negli ormai quasi cinquant’anni di vita, e il suo geniale ideatore, il… Continua a leggere

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VUOTI DI MEMORIA E FILOLOGIA DEL QUASI. A proposito di Valentina Valentini, Nuovo Teatro Made In Italy 1963-2013

[di Marco De Marinis] Notte dopo notte dopo notte […] lavoro finché mi duole il cervello. Per arrivare all’esattezza perfetta. Per correggere il più infimo refuso in un testo che forse nessuno leggerà mai o che verrà mandato al macero il giorno dopo. L’esattezza. La santità dell’esattezza. Il rispetto di se stesso. […] L’Utopia significa semplicemente l’esattezza! (George Steiner, Il correttore [1992], Garzanti, 1992, p. 68)* Gli studi teatrali italiani non godono di buona salute, nonostante un’impressione di apparente floridezza quantitativa. Soprattutto quelli riguardanti la scena contemporanea, perché in questo caso emergono drammaticamente (è il caso di dirlo), molto più che per l’antico, tutti i limiti dovuti alla mancanza di rigore e di consapevolezza metodologica, cui si aggiungono spesso una conoscenza inadeguata dei fenomeni di cui ci si occupa e poca chiarezza nei criteri delle scelte operate. Quando poi a questi limiti, quasi costitutivi per l’appunto, si sommano ancor più oscure volontà di rimozione, le scelte rispondono anche a  spregevoli oltre che inspiegabili desideri di vendetta o rivalsa, e la mancanza di rigore diventa sciatteria sistematica, allora il risultato non può che essere davvero disastroso e da additare doverosamente alla pubblica disapprovazione. Purtroppo questo è il caso del volume di cui ci… Continua a leggere

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