LA SCENA DEL CIRCO CAMBIATO. Nuove frontiere dell’ibridazione artistica
[di Silvia Mei] L’interesse crescente verso i fenomeni di circo attuale riposa principalmente nella progressiva ibridazione dei linguaggi che lo ha riguardato, massicciamente, negli ultimi venti anni, producendo esperienze al limite del sapere di genere. Inoltre la vocazione a una comunicazione diretta, il carattere popolare e la malleabilità dei formati hanno reso le arti circensi sempre più appetibili ad operatori di vari settori. Al di là di mere considerazioni mercantili e opportunità puramente ministeriali (la “multidisciplinarietà” del legislatore), l’arte del circo si attesta oggi come una speciale piattaforma di osservazione delle mutazioni in atto nella lingua dell’arte, e questo in virtù di tratti “incolti” (la friche di Gilles Clément) che la rendono a pieno titolo uno “spazio indeciso” (ancora Clément). In quanto area di accoglienza di alterità linguistiche non banalmente transitorie, si è addirittura giunti ad affermare, seppur con intento provocatorio, che il circo non esiste. E in effetti non esiste più il circo della tradizione – quello che abbiamo in mente, a partire dall’immaginario ottocentesco, e che è oggi residuale, museificato – tantomeno quello “nuovo”, già in fase di storicizzazione, che ha rifondato la disciplina nei primi anni Ottanta del secolo scorso. Le esperienze più significative del panorama circense… Continua a leggere